Quando il lavoro non ti soddisfa

La mia esperienza come consulente per la gestione delle dinamiche relazionali all’interno delle aziende mi ha insegnato che ogni giorno, da qualche parte nel mondo, c’è qualcuno a cui non piace il proprio lavoro. La verità è che la maggior parte di noi tende ad alternare periodi in cui amano il proprio lavoro, a periodi in cui prova in qualche modo insoddisfazione.


Qualche volta capita che questa insoddisfazione si trasformi in un vero e proprio disagio.

Cosa fare, dunque, se il tuo lavoro non ti piace o non ti piace più?

E’ possibile in qualche modo continuare a svolgere un lavoro che non ti piace? E se sì, per quanto tempo può durare la capacità di sopportazione?


Se leggendo queste parole, stai pensando che almeno una volta hai provato o provi questa sensazione, vorrei darti alcuni consigli per affrontare nel migliore dei modi questa situazione che provoca disagio.

Confucio diceva “Fai quello che ami e non lavorerai neanche un giorno della tua vita”.


Sicuramente è una bellissima frase, soprattutto se pensiamo a quanto è bello fare il lavoro che amiamo, facendo della propria passione uno scudo per affrontare le situazioni difficili che si verificano necessariamente in ogni contesto lavorativo.

Ma trovare davvero qualcuno che possa dire di fare il lavoro che gli piace davvero, senza avvertirne mai il peso, è davvero difficile. Stiamo parlando di una piccola minoranza di persone.


Per la maggior parte di noi si verificano situazioni altalenanti: a volte viviamo momenti in cui facciamo volentieri il nostro lavoro, altre volte vorremmo proprio scappare dal nostro posto di lavoro. Questo disagio, in alcuni casi, può diventare cronico, fino a farci provare una sensazione di fastidio nei confronti della propria professione o del proprio contesto lavorativo.


Se sei anche tu nella categoria di coloro che si ritrovano a pensare “odio il mio lavoro”, sappi che le ragioni possono essere varie.

Magari ti è stata appena assegnata una mansione che non senti tua e non rispecchia i tuoi reali interessi, oppure pensi di non essere adatto per il ruolo per mancanza di capacità; in altri casi la colpa può essere del tuo nuovo capo con cui proprio non riesci ad entrare in empatia; altre volte, invece, sei solo annoiato di svolgere sempre lo stesso tipo di mansione, senza avere più nuovi stimoli; oppure hai litigato con qualche collega di lavoro. Il risultato è che i livelli del tuo stress sono fin troppo alti.

Il primo consiglio che mi sento di darti è “Cerca di essere sincero con te stesso”.

E’ il primo passo per provare a cambiare la situazione. Non c’è niente di più efficace ed utile che riflettere attentamente sul motivo che provoca questo disagio, interrogandoti sul perchè il tuo lavoro non ti piace. C’è un aspetto della tua professione che ti crea nervosismi? Ci sono fattori che ti mettono proprio di malumore? C’è qualche motivo per cui hai perso gli stimoli?


Vai alla ricerca del problema. Chiediti che se c’è qualcosa che puoi fare per migliorare o meno.

Potresti scoprire che si tratta di un problema provocato da una semplice e futile incomprensione con il tuo capo o il tuo gruppo di colleghi. Oppure potresti capire che si tratta di una questione dovuta all’organizzazione del lavoro, che non è più gestibile. Magari il tuo lavoro ti annoia. Oppure scopri che ti sono stati affidati degli orari che non sono conciliabili con la tua vita privata.

Sii sincero ed onesto con te stesso, perchè solo così ti renderai conto se la situazione si può risolvere oppure è arrivato il momento di dare un taglio ad un lavoro che non ti soddisfa da tempo, cercando altre soluzioni.


Il secondo consiglio che vorrei darti è di “Parlane con il tuo capo”. Se il problema che ti affligge riguarda la gestione del lavoro o un aspetto organizzativo, oppure senti di non avere più motivazione, la prima persona con cui ti invito a parlare è proprio il tuo responsabile: il tuo capoufficio, il tuo titolare, il tuo responsabile di area.


Molti credono che le cose siano così e basta e che non si possa cambiare mai. Si finisce così per cadere in quell’odioso loop in cui tutto sembra congelato ed immobile e tu non puoi fare assolutamente nulla per invertire quel flusso. Il risultato è che accetti passivamente le cose senza fare nulla.


Forse non sai che la cattiva comunicazione è all’origine buona parte dello stress e delle insoddisfazioni lavorative. Ne ho già parlato in precedenti articoli.

Potresti scoprire che, parlando con il tuo responsabile, si risolvono tante cose.

Spiegagli quali sono le tue difficoltà e qual è la fonte dei tuoi nervosismi. Cerca di farlo con un atteggiamento proattivo, presentandogli una soluzione e non solo un problema. Prova a proporgli di affidarti un nuovo incarico o ad affrontare il lavoro cambiando atteggiamento. Tutto questo potrebbe essere molto più semplice di quanto credi.


Il terzo consiglio che mi sento di darti è “Fai una lista”.

Ogni individuo ha le proprie priorità e queste cambiano nel corso della vita. Magari puoi accorgerti che quello che era importante per te qualche anno fa, ora non è più importante ed è passato in secondo piano.


Bene, fai una lista di tutti i pro e i contro del tuo lavoro. E confrontali tra loro, per capire se ora sono più rilevanti per te gli aspetti positivi di quelli negativi e viceversa.


Magari la causa del tuo stress è che devi fare molta strada per raggiungere il tuo luogo di lavoro, però allo stesso tempo tutto questo disagio è compensato dal fatto che ti trovi benissimo con i colleghi e adori ciò che fai.


Una lista di pro e contro potrebbe farti scoprire che gli aspetti positivi del tuo lavoro sono molto di più di quelli che pensavi, o che in questo momento sono per te delle priorità, aiutandoti così a decidere cosa fare e a vivere il tuo lavoro in maniera più positiva.


Se invece hai deciso che è giunto il momento di lasciare il lavoro che non ti piace più, una lista può esserti comunque d’aiuto per capire quali sono per te ora le cose più importanti che un lavoro dovrebbe avere ora. Puoi avere così un buon punto di partenza per la tua ricerca di una nuova opportunità professionale.

Il quarto consiglio che ti dò è “Prenditi il tuo tempo”. Tutti i cambiamenti necessitano di tempo. Prenditi tutto il tempo che ti occorre per riflettere su ciò che desideri davvero.

Non avere fretta. Procedi passo dopo passo per grado. Analizza la situazione con tutta la calma che ti occorre. Non escludere nessuna possibilità.

Se hai già fatto qualche passo in avanti, come parlare con il collega che sembra respingerti o confidarti con il tuo capo o comunque hai scelto di modificare alcuni dei meccanismi lavorativi che non ti soddisfano, sii paziente. Prova ad accettare per un po’ la situazione, per vedere se migliora.


Se invece hai deciso che vuoi lasciare il lavoro che non ti piace più, pianifica con cura la tua ricerca, senza buttarti a capofitto nell’ignoto. Prenditi il tempo di capire quali sono le tue capacità e potenzialità, cosa ti piacerebbe fare, quali situazioni vuoi evitare, inizia ad attivare il tuo network di conoscenze e a studiare il mercato.

Il quinto consiglio è “Ricorda che chi ti sta vicino è un tuo alleato”. Le persone che ti circondano, colleghi compresi, non sono dei nemici da combattere ma degli alleati, pronti a darti consigli e non giudizi.


Se desideri cambiare professione, e lasciare ad esempio una posizione più prestigiosa per un’opportunità che ti appassiona di più ma che ha uno stipendio più basso, sii onesto con te stesso, e ricorda che non devi fare un lavoro che non ti soddisfa solo perché è quello che si aspettano da te i tuoi genitori, i parenti, etc.


Ultimo ma non ultimo “Cambia il tuo atteggiamento”

Ricorda bene ciò che ti sto per dire: “Non esiste il lavoro perfetto”. Qualsiasi professione svolgiamo, ci saranno sempre aspetti che non ti piaceranno e difficoltà da affrontare. Ma se riuscirai a mantenere un atteggiamento positivo nelle situazioni sarà più semplice trovare almeno una cosa che ti piace e che ti appassiona sempre! Riuscirai così a sopravvivere ad un lavoro che non ti piace particolarmente.


Mantenere un atteggiamento positivo non significa rifiutare la realtà e accettare passivamente ogni situazione. Al contrario è giusto capire quando si arriva al limite e avere il coraggio di andare oltre, ma se ti impegni ad avere un atteggiamento positivo, puoi ricavare un insegnamento e qualcosa di utile anche dalle situazioni più difficili.

Il buonumore e la positività portano fortuna, contagiano gli altri e spesso ti aiutano a sentirti meglio.

Avere un atteggiamento positivo non è facile e neanche scontato. Ci vogliono una certa dose di impegno e tanto allenamento. Sì hai capito bene, ho detto “allenamento”. Il mio lavoro consiste proprio nell’allenare le persone ad assumere un atteggiamento proattivo nei confronti della vita e delle situazioni, aumentando la consapevolezza di sè stesso e delle proprie capacità. Se desideri sapere da dove iniziare, contattami! Sarò felice di indicarti la strada giusta da percorrere.

Contattami scrivendo a COACHICFACCREDITATA@GMAIL.COM per un percorso di sessioni di coaching.