La certezza di chi è profondamente fragile: quando il bisogno di certezze diventa una gabbia di insoddisfazione

Quante volte avete prenotato le vacanze nella località di sempre, solo per paura di provare un posto nuovo, perchè come dice quel detto “Sai quel che lasci, ma non sai mai quel che puoi trovare”?

Quante volte avete rifiutato una proposta di lavoro o un’opportunità di cambiare la vostra vita in meglio, perchè troppo spaventati da tutto quello che di nuovo avreste dovuto affrontare?

Quante volte, nel profondo del vostro cuore, presi da abitudini ormai consolidate e radicate nel tempo, avete sentito il desiderio irrefrenabile di scappare dalla vostra ripetitiva routine, per provare qualcosa di diverso?


Tranquilli. Non siete i soli a voler restare tenacemente aggrappati alle vostre radicate certezze.

La necessità di sicurezza che vi caratterizza è una dinamica emotiva che appartiene a molti di noi, chi in maniera più consapevole e chi in maniera meno cosciente. L’essere umano è sempre in costante ricerca di sicurezza. La cerca sul posto di lavoro, nelle relazioni di coppia, all’interno della propria famiglia, con i proprio risparmi. Il che è logico, poiché il nostro scopo principale è sopravvivere.


Ma da dove nasce questo bisogno? E perchè è così forte, talvolta, da impedirci di vivere nuove esperienze, liberi di cercare la nostra felicità e il nostro benessere senza le catene del dubbio?

Iniziamo da una verità profonda ed assoluta: l’uomo è per sua natura vulnerabile e fragile, sovente preda del suo senso di debolezza ed impotenza. La certezza e la sicurezza di ciò che conosciamo, grazie all’esperienza fatta nel tempo e alla ripetitività delle nostre azioni, riesce a riparare in qualche modo a questo senso di debolezza e a proteggerci dallo stato di vulnerabilità di cui ci sentiamo tutti in cuor nostro preda. La certezza è rassicurante e ci evita di dover far i conti con la dimensione dell’ignoto e del “forse ma se” che tanto ci spaventa e ci destabilizza. Tanto più si è deboli, fragili, sottomessi, impotenti, indifesi e maggiore è in noi il desiderio di certezza.


Avere la nostra vita “in mano” è un bisogno psicologico viscerale. Senza la sensazione di avere tutto sotto controllo e di essere padroni di ciò che ci sta accadendo, veniamo precipitati in uno stato di ansia, panico, turbamento, frustrazione e smarrimento.


Ma la domanda che ora vorrei porvi è: “Se restare radicati alle vostre certezze ed evitare di correre dei rischi nella vita è così rassicurante, siete davvero sicuri che questo modo di vivere la vita sia la vera strada verso la felicità? Oppure, piuttosto, sentite farsi strada e serpeggiare nel vostro cuore, sempre più definito, un senso disarmante di insoddisfazione per i troppi vincoli che voi stessi vi siete posti?”

In fondo per essere padroni della vita e sentirsi totalmente sicuri di ciò che si è e dove si vuole andare, è fondamentale essere in grado di controllare le proprie emozioni e reazioni. Meno si è padroni della propria vita, quindi, e più si avverte forte il bisogno rassicurante di possedere delle certezze e di agire come sempre abbiamo fatto, per avere saldi appoggi su cui sentirsi al sicuro.

Questa costante ricerca di certezza che vi porta a reiterare nel tempo gesti e azioni, ad essere circondati sempre dalle solite persone e a non fare mai passi in avanti e cambiamenti nel lavoro, a lungo andare, non fa che arrecarvi ancora più disagio di quello che potreste avere se incappaste in una delusione o in una disavventura causata da un evento nuovo e incerto.

Togliere il “sale” della novità alla vostra esistenza ed essere ossessionati dalle sicurezze, per evitare di preoccuparsi di ciò che ci riserva il futuro, non è garanzia di benessere e felicità nella vostra vita. Anzi vi getta in una spirale di noia e insoddisfazione, che nel tempo vi farà sentire sempre più infelici.


Per spiegarvi questo concetto, proverò a dirvi qual è per me la differenza fra “occuparsi” del futuro e “preoccuparsi” per esso. In questa differenza sta il segreto della felicità.

Mi spiego meglio.


“Occuparsi” di qualcosa significa adottare un atteggiamento pro-attivo nei confronti della vita e delle cose che ci accadono, in base al quale tendiamo a trovare delle soluzioni, ma ricordandoci sempre che esistono cose che inevitabilmente sfuggono al nostro controllo e che ciò non cambierà mai, per quanto possiamo preoccuparcene e riempirci d’ansia.


Al contrario “preoccuparsi” di ciò che accade significa occuparci in anticipo di qualcosa che nemmeno sappiamo se realmente accadrà. Significa viaggiare con la fantasia verso il futuro, verso ciò che ancora non esiste e situarci nella peggiore situazione possibile: il che fa nascere un’ansia esagerata che non fa che bloccarci e impedirci di vivere bene il nostro presente. Da qui potete ben capire quanto sia inutile preoccuparci delle cose e avere paura dell’ignoto e quanto invece sia ben più fruttuoso e produttivo occuparci di quello di cui possediamo il controllo, gestendo le nostre emozioni e imparando a vivere meglio la nostra quotidianità, l’hinc et nunc dei latini: accettare l’incertezza della vita e il fatto che non potremo mai calcolare l’imponderabile non è un segno di debolezza, ma un segno di maturità psicologica.

Potete anche essere liberi di non crederci, ma vi garantisco che accettare l’ineluttabilità della vita vi procurerà una fonte di appagamento.

Potete ben capire che questo processo di consapevolezza non è facile, nè breve: occorre tanto impegno e tanta pratica per imparare a gestire le emozioni, canalizzando la paura negativa del domani verso la costruzione positiva di un presente più stimolante e nuovo.

Io posso aiutarvi ad intraprendere questo percorso, applicando un metodo che io stessa ho messo in pratica nella mia vita e che mi ha aiutato a neutralizzare le dinamiche emotive di cui anche io, come voi, ero vittima inconsapevole.


Sarò felice di iniziare con te la via della maturità!

Contattami scrivendo a COACHICFACCREDITATA@GMAIL.COM per un percorso di sessioni di coaching.